Dettagli evento
15 Aprile 2025
21:00-23:00
Cinema Sarti, Faenza

Proiezione "L'albero" con Tecla Insolia, Carlotta Gamba e la regista Sara Petraglia

La candidata ai David TECLA INSOLIA, CARLOTTA GAMBA e la regista SARA PETRAGLIA ospiti al Cinema Sarti di Faenza

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15 Aprile 2025
21:00-23:00
Cinema Sarti, Faenza
Descrizione e programma

Martedì 15 aprile la candidata ai David TECLA INSOLIA, CARLOTTA GAMBA e la regista SARA PETRAGLIA ospiti al Cinema Sarti di Faenza e al Cinema Mariani di Ravenna con "L'albero" Continuano i grandi incontri coi protagonisti del nostro cinema.

Dopo Margherita Ferri, Sonia Bergamasco e Pupi Avati, i prossimi talenti che faranno visita alle sale del circuito Cinemaincentro saranno la due volte candidata ai prossimi premi David di Donatello Tecla Insolia, l'attrice di Vermiglio Carlotta Gamba, e la regista esordiente Sara Petraglia.

Martedì 15 aprile (alle 21.00), attrici e cineasta saranno protagoniste di una serata davvero da non perdere, raccontando L'albero, il debutto di Petraglia dietro la macchina da presa, al pubblico di Faenza e Ravenna.

Al Cinema Mariani, introdurranno il pubblico presente in sala alla visione della pellicola, presentata con grande successo all'ultima Festa del Cinema di Roma. Si trasferiranno poi al Cinema Sarti per tenere, al termine della proiezione, un vero e proprio dibattito con gli spettatori, in dialogo col critico ed esperto Nicolò Baraccani.

La storia è quella di Bianca, giovane ragazza di 23 anni che dovrebbe frequentare l'università, ma non ci va mai. Ha poche ossessioni: il tempo che passa, la droga e Angelica. Da quando le due vivono insieme, tutto corre più veloce. Anche la loro amicizia, tra amore e dipendenza.

Bianca ha un quaderno su cui scrive appunti per i suoi libri, ma vorrebbe annotarci altro: che perdiamo tutto continuamente e che alla fine, forse - tra le strade notturne di Roma e l'albero che si intravede, muto, dalla finestra di casa - niente andrà perduto.

“Questa storia - racconta Petraglia nelle note di regia - prima di pentare una sceneggiatura, ha preso negli anni perse forme. Era il tentativo di elaborare un vissuto denso, traumatico, ma anche felice. Di trasformare in parole il sentimento della nostalgia. Ed era il tentativo di riportare indietro cose che se ne stavano andando o se n'erano già andate. Per questo pensavo che questa storia riguardasse solo me”.

“Ma dopo aver scritto il film - prosegue la regista - ho capito che poteva parlare anche ad altri. Che poteva mostrare un mondo femminile in cui le ragazze si muovono sole, chiuse dentro piccoli microcosmi, libere e vitali ma anche egocentriche, bugiarde, indolenti, viziate. Un mondo in cui gli uomini non esistono, così come non esistono gli adulti. Poi ho creduto che avrei potuto provare a girarlo, questo film. Un film in cui mostrare la dipendenza come uno snodo critico della vita, che insieme distrugge e regala una persa conoscenza di sé, dell'amicizia, dell'amore, linfe vitali anche quando finiscono”.

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