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12 Aprile 2025-13 Aprile 2025
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Cinema Italia, Faenza

Proiezione "Biancaneve" - Cinemaincentro

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12 Aprile 2025-13 Aprile 2025
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Cinema Italia, Faenza
Descrizione e programma

sabato 12 - domenica 13 aprile

BIANCANEVE

BIANCANEVE

  • Regia: Marc Webb
  • Attori: Rachel Zegler, Gal Gadot, Emilia Faucher, Andrew Burnap, Ansu Kabia
  • Distribuzione: Walt Disney
  • Nazione: USA 2025
  • Genere: Avventura/Family
  • Durata: 109 minuti

Orari

  • sab 12 aprile 2025: 17.00
  • dom 13 aprile 2025: 15.00

Rassegna La Casa di Pinocchio

Trama del film

La storia è nota: Biancaneve viene perseguitata dalla regina cattiva, sua matrigna, che la vuole morta perché lo "specchio delle sue brame" le ha detto che è Biancaneve, e non più lei, la più bella del reame. La ragazza si rifugia presso la casetta nella foresta dei sette nani ma la regina Grimilde, autotrasformata in strega, la convince ad addentare una mela avvelenata: solo un bacio d'amore potrà salvare Biancaneve dalla morte.

Trailer

Commento

Quando si ama un'opera d'arte, bisogna fare un enorme sforzo per superare lo scoglio della "sacralità", per accettare che qualcuno la possa reinterpretare in una chiave che si discosti dal canone. Chiunque ami il canone animato Disney viene da almeno quindici anni sottoposto a queste forche caudine, in nome di un "aggiornamento" non tanto delle grandi storie, bensì di grandi marchi che rischiano, legati come sono all'epoca in cui furono percepiti, di perdere il loro traino economico nella contemporaneità. Il nuovo Biancaneve, assai periglioso rifacimento dal vero di Biancaneve e i sette nani, è uno di questi tagliandi, anzi: è il re di questi tagliandi, perché non va a rileggere un classico Disney qualunque, ma proprio il capostipite, uno dei tasselli della storia del cinema mondiale. La nostra ricerca di oggettività rischia peraltro di incagliarsi in altri scogli, politici o politicamente corretti, che aumentano la confusione. I sette nani non possono essere nani, allora diventano imprecisati gnomi fiabeschi (con un uomo nano reale collocato nel cast in un altro ruolo, a sottolineare la differenza). La protagonista mulatta Rachel Zegler si noterebbe anche meno della Halle Bailey della Sirenetta, se non fosse che l'attrice ha preso di petto gli attacchi anti-woke, irrigidendosi con aggressività e generando polemiche. Come se non bastasse, la regina cattiva Gal Gadot ha involontariamente amplificato la distanza da Zegler nella vita reale, schierandosi dalla parte opposta nel commentare l'inasprirsi del conflitto israelo-palestinese. Nebbia. Confusione alimentata da influencer, commentatori d'assalto, convinti appassionati disperati o detrattori politici a prescindere. Le gole profonde indagano sui reshoot del 2024 e sull'uscita rimandata di un anno. Chiasso. Che malinconica tortura per chi da sempre cerca la serenità in quella tradizione, come la persona che vi sta scrivendo ora. Ma quando siamo soli sulla poltrona, davanti al film, finalmente a luci e social spenti, cosa rimane? Un lavoro volenteroso ma con un'identità traballante.  Il nuovo Biancaneve di Marc Webb, scritto da Erin Cressida Wilson (unica accreditata tra mille stesure) è la fusione forzata di due film che si pestano i piedi a vicenda. Il primo è una rilettura più epica della fiaba dei Grimm, dove Biancaneve è la legittima erede di un trono usurpato, per cui deve intraprendere il cammino verso una leadership, verso una personalità meno passiva, per essere all'altezza dei suoi genitori e detronizzare il male, cioè la Regina. In realtà questo sarebbe l'aspetto più interessante e contemporaneo, onesto, anche perché la ragazza non viene mascolinizzata o resa aggressiva. Non viene negata la sua dolcezza, ma deve diventare empatìa consapevole e attiva col prossimo, con i sudditi, per essere un vero pregio: non lo è a prescindere. È un bel messaggio. Come poi era successo nella nuova Sirenetta - ma qui è più evidente perché il film originale è molto più antico - il lui della situazione guadagna caratterizzazione proprio dall'emancipazione femminile: se una Biancaneve più sfaccettata deve innamorarsi, non può innamorarsi dello stereotipo ambulante di un "Principe", bensì di un ladruncolo/ribelle Jonathan (Andrew Burlap), cosicché i due possano diventare consapevoli insieme, del loro amore e del loro posto nella società. E il bacio salvifico è sopravvissuto, "consensuale" o meno. Questa ricerca di tridimensionalità caratteriale nella "principessa Disney" (o in una villain) non è però nuova, sia nella recente filmografia disneyana (vedasi i Frozen o Maleficent), sia negli ultimi altri adattamenti della fiaba: una decina d'anni or sono il fantasy dark Biancaneve e il Cacciatore e il buffonesco Biancaneve di Tarsem Singh avevano già coperto questa ribellione alla dittatura della Regina cattiva, passando per una presa di coscienza più attiva di Biancaneve. Non erano remake del classico Disney, ma rispondevano alla stessa necessità di aggiornamento. Ci sembra che Zegler funzioni meglio di Kristen Stewart ma sia più aspra di Lily Collins, mentre Gal Gadot per noi perde il confronto sia con la demoniaca Charlize Theron, sia con la strafottente Julia Roberts, fermandosi a una pantomima un po' superficiale.  Biancaneve è però anche un secondo film, il rifacimento specifico del cartoon Biancaneve e i sette nani. Come tale interrompe l'altro film per inserirvi le le sequenze che "devono esserci per forza", insieme ad alcune obbligatorie canzoni iconiche ("Ehi-Ho!", "Impara a fischiettar"). A questo proposito, le vecchie hit si dimostrano quasi novant'anni dopo ancora più orecchiabili dei nuovi brani piuttosto anonimi, a cura di Benj Pasek & Justin Paul, timbrate di cartellino musical che si dimenticano in fretta. In questi momenti Biancaneve indossa il completo di ordinanza, da vera cosplayer, e interagisce con i sette minatori o la Regina-Strega e la sua mela, rimettendo in scena le sequenze storiche con meno freschezza, difficili da integrare col resto... perché arrivano appunto da un altro film. Come al solito, l'animazione originale dovrebbe essere resa più moderna dalle "riprese dal vero": peccato che si ricreino i sette "nani" totalmente in CGI fotorealistica, ispirandosi tuttavia al loro vecchio design 2D, ottenendo ibridi umanoidi/cartoon piuttosto disturbanti, anche per via di un'animazione a volte un po' rigida. L'unico un po' più accettabile è Cucciolo, ma più che altro perché è proprio il suo personaggio in sceneggiatura a essere stato modificato in modo intelligente, con una trovata significativa che non sveliamo.  Il contrasto che abbiamo descritto fin qui è comune a molti altri remake disneyani degli ultimi tempi, che però erano riusciti a far intrecciare le due anime in modo relativamente più omogeneo: La sirenetta funzionava appena di più, così come Il libro della giungla (il migliore, a nostro parere, per il recupero delle tematiche di Kipling). Le incertezze di Biancaneve ci hanno invece ricordato di più il tonfo di Pinocchio, senza nemmeno il minimo pregio dei virtuosismi di ripresa di Zemeckis, ma in una confezione più piatta. Alcune citate idee portanti ogni tanto affiorano e fanno riprendere fiato alla visione: avrebbero potuto reggere il film senza le catene e i paletti di un remake. Magari... osiamo... con una storia nuova? I team creativi Disney le sanno ancora scrivere, quando si concede loro di farlo. (Domenico Misciagna - Comingsoon)

Prezzi

  • Ingresso unico: €5.00
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